GIOIELLI - DIAMANTE - ETICA    
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DI COSA SI TRATTA
COME VALUTARLO: LE "4 C"
CERTIFICAZIONI: LA "QUINTA C"
DEONTOLOGIA ED ETICA
 
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Deontologia ed Etica

Come già sottolineato in altre sezioni del sito, la nostra fiera appartenenza alla Borsa Diamanti d’Italia ( e di riflesso alla World Federation of Diamond Bourses ) deriva principalmente dal fatto che essa non possa essere “acquistata”, ma solo conseguita grazie ad una deontologia ed etica comprovate: in altre parole non è molto importante la quantità dei diamanti venduti ma il modo in cui ciò viene fatto.
Ciò significa, da una parte, che si può operare l’acquisto di un diamante nella tranquillità di pagare per la qualità ( più o meno alta non importa ) che realmente si sta comprando, dall’altra, che lo si sta facendo in un posto che ha messo in atto tutti gli strumenti in suo possesso perché possiate goderVi il Vostro nuovo diamante sapendo che lui, per arrivare sino a Voi, non ha procurato danno alcuno a chicchessia ma che, piuttosto, è stato fonte di sviluppo e benessere.
In tutto ciò ha avuto un peso determinante il cosidetto KIMBERLEY PROCESS, di cui, di seguito, esponiamo sinteticamente storia e risultati conseguiti.

 

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The Kimberley Process

Il metodo di Kimberley  ha inizio nel maggio del 2000, quando i produttori di diamanti degli Stati dell'Africa australe, si sono ritrovati a Kimberley (Sud Africa), per trovare una soluzione al problema del commercio dei "diamanti insanguinati" onde cercare di garantire che l’acquisto di diamanti non contribuisca a finanziare conflitti o violenze nei paesi di estrazione di questo minerale. 

Nel dicembre del 2000, le Nazioni Unite adottano una risoluzione, che diviene fondamento di un sistema internazionale di certificazione per i diamanti grezzi. 
Finalmente nel novembre del 2002, grazie a negoziati tra i governi, i rappresentanti del mercato del diamante e le organizzazioni umanitarie, si arriva alla creazione del Kimberley Process Certification Scheme (KPCS) : il quale detta i le modalità ed i requisiti di controllo per l’estrazione ed il commercio di diamanti grezzi.

Tale documento entra in vigore nel 2003, quando i paesi partecipanti iniziano ad attenersi alle sue direttive.

Dal novembre 2008, il Kimberley Process annovera 49 membri in rappresentanza di 75 paesi, in rappresentanza della quasi totalità ( 99,8% ) della produzione di diamanti grezzi!

Soddisfatti e rispettati i rigidi requisiti del Kimberley Process, i membri aderenti possono certificare le loro spedizioni di diamanti grezzi come “conflict-free", impedendo contemporaneamente ai diamanti insanguinati di entrare nel circuito del commercio legale. 

Gli sforzi e la grande attenzione riservata al problema da parte degli organi ed aziende aderenti ha permesso al KP di diventare un efficacissimo strumento di pace, sicurezza, sviluppo e controllo nei paesi coinvolti: basti pensare che, in un periodo di tempo tutto sommato molto breve, si stima la quantità di diamanti insanguinati che riescono a giungere sui mercati sia ora inferiore all’1% , e questo è un risultato di tutto rispetto considerando le stime ( più del 15% ) degli anni novanta!

Tali risultati diventano ancora più entusiasmanti laddove si consideri come abbiano anche prodotto un notevole sviluppo, contribuendo fattivamente alla rinascita di paesi dalla fragile economia e politica.
Nel 2006 sono stati legalmente esportati dalla Sierra Leone diamanti per 125 milioni di dollari, contro i circa “ZERO” della fine degli anni 90.

 

 
     
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