GIOIELLI - LE PERLE    
  gioielli antichita argenti  
 
STORIA, CURIOSITA'
FORMAZIONE DELLE PERLE
CRITERI DI VALUTAZIONE
PERLE COLTIVATE
PERLE NATURALI
CURA E CONSERVAZIONE

 
gioielli

 

SCHEDA TECNICA

SPECIE: PERLA
FORMULA CHIMICA: CaCO3 (aragonite)+C32H48N2O11 (conchiolina)+H2O
DUREZZA: 2,5-4
DENSITÀ: 2,71 (±0,07)
INDICE DI RIFRAZIONE: 1,530-1,682-1,685 (aragonite)
COLORE: bianco, bianco argento, crema, giallo, grigio, grigio argento, verde, blu, nero
TRASPARENZA:  da traslucida a opaca

perla

Le perle sono concrezioni di forma globosa prevalentemente carbonatiche, prodotte da molluschi. Sono formate dalle stesse sostanze che costituiscono la madreperla delle conchiglie di questi animali. Assumono svariate forme che vanno da quella ricercatissima sferica a quelle più o meno irregolari come ovale, a bottone, a goccia, barocca ecc. La perla si forma nel mollusco da una particolare soluzione prodotta dal tessuto epiteliale del suo mantello, che contiene sostanze organiche e carbonato di calcio. La sostanza organica principale è la conchiolina che ha il compito di fare precipitare il carbonato di calcio e anche di fare da supporto ai cristalli di aragonite in via di formazione, i quali vanno a depositarsi entro le maglie della conchiolina. Tale rete, così composta, forma uno strato, su cui vengono a depositarsi altri strati analoghi, i quali, insieme agli assi di allungamento dei cristalli di aragonite, perpendicolari alla superficie della perla, conferiscono a quest’ultima una struttura concentrico raggiata.
Le perle sono composte da 82 a 92% di carbonato di calcio, cristallizzato come aragonite, da 4 a 14% di conchiolina e da 2 a 4% di acqua.
E’ alquanto rischioso esporre la perla a temperature elevate, dato che, oltre a disidratarsi, tra i 390 e i 490°C, l’aragonite si trasforma in calcite.

 

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STORIA, CURIOSITA’

Le perle sono probabilmente i più antichi oggetti ornamentali dell’umanità.
A seguito di scavi archeologici nei pressi di Monaco, in Germania, furono rinvenute collane rudimentali di perle in sarcofagi, la cui età è stata stimata intorno ai 15 mila anni.
Confucio nelle sue scritture riporta che le perle di acqua dolce erano offerte come doni ben 5000 anni fa. In Persia, negli scritti cuneiformi, che risalgono a circa 2000 anni a.C., si trovano notizie sulle perle.
Prima di diventare gioielli, le perle furono considerate qualcosa di magico e di divino e quindi utilizzate come amuleti e talismani. I guerrieri dell’antica India decoravano con perle i loro scudi per essere protetti nella battaglia; gli indovini, mentre erano impegnati a fare profezie, stringevano una perla nel palmo della mano.
Alessandro Magno al rientro dalla sua strepitosa vittoria sull’ultimo re di Persia Dario III, portò nel suo ricco bottino di guerra anche le perle, dando così l’opportunità al mondo occidentale di conoscerle e apprezzarle. Le perle assunsero grande importanza durante l’Impero Romano diventando ostentazione di ricchezza e simbolo di prestigio.
Nell’antica Roma era consentito adornarsi di perle solo all’alta borghesia. Le matrone ambivano possedere orecchini, detti crotalia (dal latino crotalium ovvero nacchere, dato il suono che le perle emettevano toccandosi), formati con il maggiore numero di perle possibile.
L’episodio storico più noto e pittoresco sulle perle è quello legato a Cleopatra, la quale, nell’intento di conquistare Marco Antonio, si narra abbia sacrificato una sua bellissima perla, da lei ritenuta in possesso di poteri magici, facendola
sciogliere in una coppa di aceto e bevendone il contenuto.
Il simbolismo mitico-religioso delle perle venne ereditato dal cristianesimo, il quale attribuisce a queste gemme significato di purezza, di umiltà e di timore di Dio; nel Vangelo sono considerate le cose più preziose del mondo.
L’utilizzo delle perle come ornamento raggiunse il culmine nel Rinascimento, quando, con la scoperta di nuove tecniche, nacque la vera e propria “arte” della gioielleria; fu il trionfo di queste gemme, le quali vennero incastonate in splendidi gioielli e diventarono parte integrante dell’abbigliamento di lusso, cucite su mantelli, borse, scarpe, guanti, ecc.
Agli inizi del Novecento le perle commercializzate erano ancora tutte naturali.
Intorno agli anni ’30 fecero la loro comparsa sui mercati internazionali le perle coltivate. Si crearono quindi due mercati paralleli, quello delle perle naturali e quello delle coltivate. L’introduzione del nuovo prodotto fu disastroso per gli operatori di perle naturali. I commercianti di perle naturali che all’inizio del ‘900 erano 300, scomparirono del tutto negli anni ‘70: era iniziata l’era delle perle coltivate.

 

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FORMAZIONE DELLE PERLE

Le perle si formano principalmente in alcune specie di molluschi lamellibranchi, i quali presentano la conchiglia composta da due pezzi o valve, articolate spesso a cerniera, movibili mediante un legamento elastico che tende a divaricarle, e muscoli adduttori che contraendosi consentono la chiusura delle stesse. Tra le due valve trova posto la massa del corpo di consistenza molle, racchiusa dal mantello, sottile membrana che aderisce completamente all’interno delle valve. Dal mantello fuoriesce il piede, un muscolo che favorisce non solo la locomozione ma anche la possibilità di fissare l’animale ai corpi sommersi.
Nella conchiglia si distinguono tre strati:
a) uno esterno (periostrato) costituito da conchiolina;
b) uno medio (mesostrato) costituito da cristalli di calcite;
c) uno interno (endostrato) costituito da cristalli di aragonite alternati a conchiolina,
disposti parallelamente alla superficie della conchiglia; a seguito di tale struttura, l’interno della conchiglia presenta aspetto madreperlaceo. L’endostrato è secreto da cellule epiteliali del mantello; esso ha la funzione di far crescere la conchiglia sia in dimensioni che in spessore ed inoltre anche a formare le perle.
La formazione della perla è dovuta all’introduzione, nel mantello del mollusco, di un corpo estraneo che può essere un parassita o un granello di sabbia o ancora un minutissimo frammento di conchiglia.
Quando questa particella microscopica si addentra nel mantello, trascina con sé cellule del tessuto epiteliale, che, portate all’interno di tessuti diversi come quello muscolare o connettivo, continuano a vivere e a riprodursi sino ad avvolgere completamente il corpo estraneo formando il cosiddetto “sacco perlifero”.
Come è stato già detto, le cellule del tessuto epiteliale, essendo preposte alla produzione della madreperla dell’endostrato, continuano la loro attività rivolta, in questo caso, a ricoprire di sottili strati concentrici il corpo estraneo sino alla formazione della perla. Se il corpo estraneo s’insinua tra il tessuto epiteliale e lo strato più interno della conchiglia (endostrato), esso viene ricoperto da strati di materiale madreperlaceo dando origine a concrezioni perlifere o a rigonfiamenti più o meno convessi della superficie interna della conchiglia noti con il nome di blister. La formazione di questi rigonfiamenti è causata da organismi animali o vegetali, che, ricoperti dagli strati di madreperla, muoiono e, durante la loro decomposizione, sviluppano sostanze gassose, l’espansione delle quali crea vere e proprie bolle.

 

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CRITERI DI VALUTAZIONE

Come per i diamanti tagliati, per stabilire il valore dei quali si impiegano le “4C” (iniziali dei vocaboli in lingua inglese: carat, colour, clarity, cut), anche per le perle si usano 4 parametri, indicati con la lettera “S”
Le “4S” sono:
- SIZE (taglia) e cioè la dimensione. Le perle di forma sferica vengono classificate in ragione della misura del loro diametro espresso in millimetri;
- SHAPE (forma). Le perle possono assumere forme estremamente varie a causa della disposizione irregolare degli strati di perlagione, della posizione del sacco perlifero all’interno del mollusco nonché della temperatura e della salinità delle acque. Le forme vengono classificate, in ordine di valore, in: sferica, ovale, a pera, a goccia, semibarocca, barocca, a bottone, mabe, perla 3/4.
- SHADE (ombra) con cui si indicano il colore, la lucentezza e l’iridescenza. Il colore può essere: bianco, bianco argenteo, bianco-rosa, rosa, rosa crema, crema, giallo, oro, grigio, grigio argento, verde, blu, nero. La lucentezza, intesa come capacità di riflettere la luce, è maggiore quanto più omogenea risulta la superficie. L’iridescenza o il cosiddetto “oriente” è dovuto alla scomposizione, per interferenza, della luce bianca ad opera dei cristalli di aragonite; essa è tanto maggiore quanto più sottili sono gli strati di perlagione.
- SKIN (pelle) che si riferisce alla qualità della superficie, la quale non deve presentare irregolarità come rugosità, protuberanze, cavità.
A queste “4S”, sembra giusto aggiungere un altro parametro che potrebbe essere definito: Stratification (stratificazione) che andrebbe riferito al grado di coltivazione e cioè la potenza della perlagione complessiva attorno al nucleo.
Le perle, in base alle loro caratteristiche peculiari descritte, vengono distinte
in tre categorie: A= buone, B= medie, C= scarse. Ognuna di queste categorie viene suddivisa in altri tre gruppi: 1° scelta, 2° scelta e 3° scelta.
Dopo essere state classificate, le perle vengono messe in commercio in mazzette di più fili, aventi la lunghezza di 14-16 pollici (35-40 cm) detti choker, che risultano composti da perle selezionate per diametro (ad es. 5/5,5 mm o 6/6,5 mm) Con un choker si può realizzare un girocollo. Oltre alle mazzette composte da choker, se ne possono avere altre, con fili di varia lunghezza, i quali prendono i seguenti nomi:
- princess da 16 a 20 pollici (40-50 cm);
- matinée da 20 a 26 pollici (50-66 cm);
- opera da 28 a 36 pollici (70-90 cm);
- rope 40 pollici e più (1 m e più).
In Giappone l’unità di massa per le perle coltivate è il momme (equivalente a 3,75 g e a 18,75 ct). Un multiplo del momme è il kan, che corrisponde a 1000 momme.

 

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PERLE COLTIVATE

Perle Akoya
Le perle Akoya sono perle nucleate prodotte dalla Pinctada Fucata Martensii e dalla Pinctada Fucata Chemnitzii principalmente in Giappone, Cina, Vietnam, Korea del Sud e Australia. Rinomate per il loro eccellente lustro sono considerate le perle più classiche. Sono generalmente bianche o avorio/crema, con riflessi di colore rosa, argento o avorio/crema; sono sferiche e il loro diametro oscilla tra i 2 e i 9 mm. Sono generalmente perfettamente rotonde o quasi e sono le perle ideali per creare gioielli come collane e bracciali e sono le più commercializzate nelle gioiellerie. Negli ultimi anni i Cinesi hanno superato i Giapponesi nella produzione di perle Akoya di medio-piccolo diametro. Nonostante la Cina venisse considerata inferiore al Giappone nella coltura Akoya, ora riesce a produrre perle di qualità pari a quelle giapponesi. In seguito alla concorrenza Cinese, molti coltivatori Giapponesi concentrarono la loro attenzione nella coltivazione di perle di grande diametro, poiché è molto raro trovare in Cina perle Akoya di diametro maggiore di 8 mm. Molte industrie giapponesi ora importano le perle Akoya di piccolo diametro dalla Cina, le perle vengono importate in Giappone appena raccolte e vengono selezionate in Giappone in modo che queste possano essere riconosciute ufficialmente come un prodotto giapponese. Più dell’ 80% delle perle da 7 mm e inferiori provengono da allevamenti cinesi, nonostante queste siano vendute da allevatori e fornitori giapponesi come perle giapponesi.

 

Perle Australiane o dei Mari del Sud
Le perle Australiane sono le più grandi perle coltivate del mondo. La dimensione media del diametro è di 13 mm, con diametri che variano da 9 a 20 mm. Le zone di produzione dove si riesce a coltivare perle di così grandi dimensioni sono limitate, per questo motivo queste perle sono estremamente rare.
Le perle Australiane vengono prodotte dall’ ostrica Pinctada Maxima e sono coltivate tra l'Oceano Indiano e l'Oceano Pacifico, principalmente in Australia, ma anche nelle Filippine e in Indonesia. Principalmente le coltivazioni sono estese tra la costa settentrionale dell'Australia e la costa meridionale della Cina. Queste perle hanno un lustro straordinario e la loro superficie è satinata e lussuosa. Solamente una piccola percentuale delle perle Australiane ha forme ben rotonde, e questo fa delle perle rotonde una rarità.perla
Ci sono due varietà di Pinctada Maxima, la Silver-lip e la Gold-lip che si distinguono per le diverse colorazioni del bordo esterno della parte interna della conchiglia che determina il colore delle perle. Queste conchiglie sono anche note come "Mother-of-pearl", cioè madreperla. Queste ostriche consentono una sola nuecleazione alla volta, ossia viene inserito un solo nucleo. L'ostrica viene nucleata quando il suo sviluppo raggiunge la metà della sua dimensione, circa tra 12 e 17 cm, o intorno ai 24 mesi di età. Nonostante sia possibile introdurre un solo nucleo alla volta, questa ostrica può essere nucleata 2-3 volte successive nel corso di diversi anni, come avviene anche per le perle di Tahiti.


Perle Tahiti
La perla, prodotta dal bivalve più diffuso in Polinesia, la Pinctada margaritifera cumingi, è conosciuta come perla “nera” ma in realtà è di colore “verde-nero”, che talvolta può presentare riflessi rossi, viola melanzana, grigi e argentei. Questa ostrica, di grande dimensione, puo' raggiungere, anche se in rari casi, i 30 cm di lunghezza per un peso massimo di 5 chili. Analogamente alla perla Australiana sono perle di diametro elevato, variabile dagli 8 agli 12 mm, raggiungendo raramente i 17 o i 18 mm. Sono di solito di forma irregolare e più raramente sferiche o a goccia. Queste perle sono estremamente rare perché le ostriche che le producono sono molto delicate ed ad ogni coltivazione ne muoiono tantissime. Oltre alle perle l'ostrica a labbra nere che le produce ha delle caratteristiche molto interessanti. perlaAgli inizi del XX secolo, prima che iniziassero i primi allevamenti, queste ostriche erano molto ricercate per la loro conchiglia dalla splendida nacre. La madreperla delle conchiglie veniva utilizzata per creare gioielli di madreperla.
Le perle nere non vanno confuse con le “perle blu”, prodotte dall’Akoya. Le prime devono la loro colorazione alla natura della perlagione, le seconde al colore della conchiolina in esse presente.


Perle coltivate di acqua dolce
Le perle di acqua dolce sono generalmente meno brillanti delle perle Akoya di acqua di mare, tuttavia vantano una interessante varietà di forme e colori naturali, e sono tendenzialmente meno costose delle perle di acqua salata.
La più importante caratteristica delle perle di acqua dolce è il fatto che non hanno nucleo, dunque sono composte interamente di madreperla, e per questo sono più longeve e resistono di più all'uso di tutte le perle nucleate.
Le perle di acqua dolce di recente produzione sono nettamente migliorate per la qualità e la forma grazie a diversi fattori. Il primo salto di qualità si ebbe quando si passò' dall'ostrica Cresta di Gallo (Cristaria Plicata) al mollusco Hyriopsis cumingii nella metà degli anni '90. Il mollusco Cresta di Gallo produceva per lo più perle di mediocre qualità di forma a chicchi di riso. Un altro salto di qualità è dovuto ad un più basso numero di inserzioni in ogni valva. Negli ultimi anni i cinesi sono riusciti a ottenere i migliori risultati in termini di rotondità e qualità della madreperla quasi eguagliando la qualità delle perle di acqua di mare.


Perle Mabe
Sono perle emisferiche composite che si sviluppano all'interno dell'ostrica sulla conchiglia e non all'interno del corpo del mollusco. Il bivalve Pteria penguin dalle labbra nere è l’unico utilizzato per produrle. E' possibile trovare perle Mabe naturali, prodotte senza artifici, ma generalmente la produzione di perle Mabe viene stimolata intenzionalmente inserendo nell'ostrica un irritante di forma emisferica piuttosto che sferica, che servirà da guida per il mollusco che deposita la madreperla. Nella conchiglia si forma una protuberanza che costituisce una perla a bolla (blister pearl). Dopo che la bolla perlacea si è sviluppata contro la parte interna della conchiglia, può' avere inizio il processo di lavorazione per ottenere una perla Mabe. Le perle a bolla vengono lavorate in modo da tagliare la bolla dalla conchiglia con un taglio circolare della conchiglia, il nucleo dietro viene rimosso e la perla viene trattata con resina e madreperla e lisciata, ottenendo una perla Mabe. Le perle Mabe sono perle molto belle, con splendidi orienti e lustro elevato. Il loro prezzo resta tuttavia molto inferiore alle perle coltivate di forma rotonda

Perle Blister
Alla stesso modo delle perle Mabe, incollando tra il mantello e la conchiglia dell’animale un nucleo sferico di madreperla, si ottengono le perle Blister coltivate, dette anche “perle 3/4”, in quanto per distaccarle dalla conchiglia, occorre asportarne una piccola calotta, che annulla la sfericità della perla.

Perle Keshi
La perla Keshi, che in giapponese significa sabbia, è una perla non nucleata che viene prodotta accidentalmente durante il processo di coltura ed è un sotto-prodotto di una perla coltivata. Si forma quando un'ostrica rigetta ed espelle il nucleo innestato prima del termine del processo di coltivazione, oppure quando si rompe il mantello in cui è stato impiantato il nucleo e si formano diversi sacchi perliferi senza nucleo. In questi sacchi vengono prodotte perle non nucleate. perle
Sono prodotte sia in acqua dolce che in acqua salata, sono generalmente prodotte da strati di madreperla di piccola dimensione e hanno svariate forme, poiché non avendo nucleo la secrezione non si deposita in forma sferica. Le perle Keshi posso avere anche svariati colori, tendono ad avere un alto lustro e orienti rari, e questo grazie alla sua composizione di solida madreperla. Poiché il nucleo che era stato inserito dai coltivatori è stato espulso dall'ostrica, la composizione delle perle Keshi è al 100% di madreperla e per questo la superficie di queste perle è molto luccicante
Nonostante si tratti di perle non nucleate prodotte accidentalmente, non possono considerarsi perle naturali perché non si producono in natura ma solo durante il processo di coltivazione.

 

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PERLE NATURALI

Perle Conch
Le Conch sono perle non nucleate composte non di madreperla ma prodotte da concrezioni calcaree. Le perle Conch sono prodotte dal mollusco Strombus Gigas che vive nella Florida meridionale, vicino ai Caraïbi.
Non è stato ancora concepito alcun metodo per coltivare le perle Conch tanto è vero che ogni perla Conch che si trova è rara ed ha un valore molto importante. Le statistiche affermano che un solo mollusco Conch su 10 000 produce una perla Conch e che solo il 10% di tutte le perle Conch sono classificate sotto la qualità "gemma". In realtà le conchiglie Conch sono soprattutto apprezzate per il gusto del loro mollusco e sono generalmente raccolte dai pescatori piuttosto che da ricercatori di perle. Le perle sono per i pescatori un "sotto prodotto" e le trovano quando estraggono il mollusco dalla conchiglia o durante la pulizia dei loro strumenti. Le perle Conch sono di solito di piccolo diametro, di 3 mm o anche meno. Sono di forma barocca o ovale, principalmente di colore rosa, gialle, marroni, bianche o dorate. Quelle rosa (color salmone o rosa-arancione) restano le più ricercate dopo le bianche e marroni che sono relativamente rare.perla
Caratteristica principale del colore delle perle di Conch è una struttura a fiamma che ne fa un modello unico di queste perle. Si trova essenzialmente nelle perle di colore rosa e bianche, ma anche nelle altre tinte ogni tanto si può trovare questa caratteristica.
I colori di queste perle hanno la tendenza a sbiadire con l'andar del tempo; alcuni studiosi attribuiscono questo fenomeno alla luce del sole, si consiglia quindi di portare le perle Conch di sera per non esporle ai raggi solari.


Perle Melo
perlaLe Perle Melo non sono composte di madreperla ma sono composte di concrezioni naturali calcaree, prodotte dalla lumaca di mare gigante Melo Melo zebrata che vive nei mari della Cina del Sud, e non sono dunque prodotte da un'ostrica. Come le perle Conch, le perle Melo non hanno madreperla, e sono comunque prodotte da un processo simile, quando un corpo estraneo si introduce accidentalmente e in modo spontaneo e naturale nel guscio della lumaca. Le perle Melo sono generalmente di dimensioni medio grandi, dagli 8 ai 40 mm, e hanno forme da ovali a ben rotonde. I colori delle perle Melo vanno da marrone scuro ad arancione e le perle color arancione sono le più ricercate. Come per le perle Conch i colori tendono a sbiadire nel tempo.

Perle Abalone
Le Abalone sono perle prodotte dal mollusco Gastropoda Haliotis, sono generalmente di colore blu iridescente e dalle forme irregolari. La parte interna del guscio di madreperla del mollusco ha un lustro intenso e una varietà di tinte multicolori, blu, lavanda, arancione, verde, rosa e argento che si combinano dando dei riflessi eccezionali. La bellezza di queste perle è determinata dalla combinazione dei suoi fantastici colori e dalle forme irregolari.
Le perle Abalone hanno molto raramente forme simmetriche. La più frequente è la forma a corno dovuta all'anatomia del mollusco abalone. Una perla grande, brillante e di forma simmetrica ha una rarità di una su 100000. La coltura di queste perle è un compito estremamente difficile. perlaI molluschi Abalone sono emofiliaci, e se vengono nucleati come avviene per le perle di coltura, sanguineranno rapidamente fino a morire nella maggior parte dei casi. Per questo motivo solo perle Mabe di Abalone sono correntemente coltivate, poiché la perla si sviluppa sulla conchiglia e non nel corpo del mollusco.

 

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CURA E CONSERVAZIONE

Se le perle vengono conservate con la dovuta cura, possono mantenere la loro lucentezza e il loro splendore per moltissimi anni. Sapendo che esse sono costituite essenzialmente da carbonato di calcio, è chiaro che non devono venire mai a contatto con le sostanze acide poiché ne rimangono danneggiate. Purtroppo la traspirazione del corpo umano è di natura acida e questo ovviamente nuoce alle perle indossate. Oltre alla traspirazione, le perle temono anche i prodotti usati per la cosmesi. Il rimedio a questi due inconvenienti è quello di pulire accuratamente le perle, lavandole, di tanto in tanto, con un sapone liquido cremoso; talvolta giova aggiungere un pizzico di bicarbonato di sodio nell’acqua usata per il lavaggio.
Successivamente le perle vanno sciacquate e asciugate, una per una, con un panno morbido. Autori giapponesi consigliano di ripulire le perle, dopo averle indossate, specialmente in estate, con un panno morbido imbevuto di olio d’oliva.
Il filo delle collane va sostituito almeno una volta all’anno. Altro inconveniente è quello che le perle, contenendo acqua a livello strutturale, sono soggette a disidratazione e quindi alla formazione di screpolature superficiali se tenute in ambienti eccessivamente secchi.

 

 
     
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